Protesi anca
Cos’è l’intervento di protesi anca?
L’intervento di protesi anca è una procedura chirurgica che prevede la sostituzione dell’articolazione dell’anca con una protesi totale o parziale. Questo intervento è solitamente indicato per pazienti affetti da artrosi avanzata o coxartrosi, condizioni in cui la cartilagine dell’articolazione si deteriora, causando dolore e limitazione dei movimenti.
L’impianto della protesi può essere realizzato tramite diverse tecniche chirurgiche, incluse quelle mini invasive.
Fattori di rischio e cause
Le patologie che possono portare ad un impianto di protesi d’anca sono:
- Coxartrosi;
- Artrite giovanile;
- Artrite reumatoide;
- Fratture della testa del femore o dell’anca;
- Displasia congenita dell’anca;
- Conflitto femoro-acetabolare;
- Necrosi della testa del femore;
- Malattia di Paget;
- Traumi pregressi (come una lussazione dell’anca).
Nella maggior parte dei casi, si ricorre all’intervento a causa della coxartrosi, una patologia che si presenta intorno ai 50 anni, caratterizzata da un’usura crescente della cartilagine coxo-femorale.
Si ricorre all’impianto di protesi anca, comunque, quando il dolore impedisce un corretto svolgimento anche delle attività più semplici per il paziente e la mobilità è sensibilmente ridotta.
Nelle prime fasi di degenerazione cartilaginea, infatti, il trattamento d’elezione è di tipo conservativo, in quanto è ancora possibile mantenere una discreta autonomia nelle proprie attività giornaliere.
Quali sono i tipi di protesi disponibili?
Ecco un elenco delle tipologie di protesi all’anca disponibili:
- Protesi totale, che sostituisce sia la testa del femore che l’acetabolo (il collo del femore);
- Protesi parziale, che sostituisce solo la testa del femore.
Le protesi possono essere realizzate con materiali diversi, come ceramica, lega di titanio (di ultima generazione) e plastiche ad alta densità.
La scelta del tipo di protesi dipende dalle condizioni cliniche del paziente e dalla valutazione del chirurgo.
Prevenzione
In attesa dell’intervento, puoi seguire queste indicazioni generali per prepararti al meglio alla fase post-operatoria e per migliorare il tuo stile di vita:
- Perdere il peso in eccesso: diminuire i chili di troppo è importante in questa fase per ridurre il sovraccarico sull’anca operata e su quella sana. Un peso eccessivo può gravare e ritardare i tempi di recupero.
- Smettere di fumare: il fumo aumenta lo stato di infezione di un tessuto ed aumenta i problemi respiratori durante e dopo l’anestesia;
- Rinforzare la muscolatura dell’arto inferiore: mantenersi attivi e rinforzare i muscoli prima dell’intervento accelera i tempi di recupero nel post-operatorio. Rivolgiti ad un fisioterapista per conoscere quali esercizi eseguire rispettando il tuo dolore;
- Mantenere posture corrette: fare pratica con i consigli posturali che ti verranno dati dopo l’intervento, ti aiuterà a renderli automatici e non avere difficoltà nella fase successiva.
A seguito dell’intervento di protesi d’anca, sarà fondamentale seguire alcune istruzioni sui movimenti corretti e quelli da evitare, fino a quando la protesi non avrà raggiunto la sua stabilità massima.
Infatti, alcuni movimenti devono essere evitati per evitare che la protesi esca dalla sua sede, cioè che subisca una lussazione.
In questo specifico caso, i movimenti principali da evitare sono tre:
- Flessione eccessiva: evitare di chinarsi oltre 80 gradi;
- Adduzione: avvicinare le gambe facendole toccare tra di loro;
- Rotazione interna: sconsigliato anche ruotare internamente le gambe, cioè ruotare un piede verso l’alto.
Questi tre movimenti e le loro combinazioni sono tipici di alcuni movimenti o posizioni assunte durante la vita quotidiana.
Terapia fisioterapica
Dopo un intervento di protesi d’anca, la fisioterapia diventerà importantissima. L’obiettivo principale sarà il recupero della mobilità articolare e il rinforzo muscolare dell’anca.
Iniziare precocemente gli esercizi di fisioterapia è molto importante per ridurre i tempi di recupero.
Fasi iniziali: mobilizzazione precoce
Uno degli obiettivi primari della fisioterapia, già nei primi giorni dopo l’intervento, è la mobilizzazione precoce dell’articolazione dell’anca. Ciò favorisce il decorso post-operatorio riducendo il rischio di complicazioni come la trombosi venosa profonda e migliorando lo scorrimento dei tessuti. I pazienti sono incoraggiati a muoversi appena possibile, spesso con l’aiuto di un deambulatore o stampelle per evitare di caricare completamente il peso sull’anca appena operata.
La tecnica chirurgica utilizzata influisce sul tipo di riabilitazione: ad esempio, in caso di accesso anteriore per l’installazione della protesi, la cicatrice si trova nella parte frontale dell’anca, e alcune precauzioni specifiche devono essere seguite per proteggere i tessuti circostanti durante il recupero.
Recupero della funzionalità
Durante la terapia fisioterapica, vengono eseguiti esercizi specifici per migliorare la forza dei muscoli dell’anca e delle gambe, così come per stimolare la stabilità dell’articolazione. La protesi sostituisce sia la parte femorale che la porzione acetabolare dell’anca, e la fisioterapia mira a garantire che queste componenti lavorino insieme in modo armonioso. Gli esercizi di allungamento e rinforzo muscolare sono essenziali per stabilizzare l’articolazione e prevenire rigidità e debolezza muscolare.
Trattamento della cicatrice
Parte del trattamento post-operatorio include anche la gestione della cicatrice chirurgica. La fisioterapia può comprendere tecniche di massaggio e mobilizzazione dei tessuti per favorire il corretto scorrimento della cicatrice rispetto ai tessuti sottostanti. Questo è importante per evitare aderenze, che potrebbero limitare il movimento dell’anca o causare fastidio.
Fase avanzata e ritorno alle attività
Man mano che il decorso post-operatorio procede, la terapia fisioterapica si concentra su esercizi più complessi e funzionali per preparare il paziente a tornare alle normali attività. La mobilità dell’articolazione protesica viene continuamente monitorata e ottimizzata, con l’obiettivo di garantire che il paziente possa camminare, salire le scale e svolgere altre attività quotidiane senza dolore o limitazioni.
Quali sono i tempi di recupero dopo l’intervento di chirurgia?
I tempi di recupero dopo un intervento di chirurgia sono variabili a seconda dell’impianto di una protesi anca e possono variare a seconda delle condizioni di salute del paziente, del tipo di protesi utilizzata e della tecnica chirurgica mini invasiva adottata.
In generale, i pazienti possono iniziare a muoversi con l’aiuto di una stampella entro uno o due giorni dall’intervento, mentre la riabilitazione completa può richiedere da sei settimane a 3/4 mesi.
Il recupero da un intervento di sostituzione dell’anca varia da persona a persona e dipende da diversi fattori, tra cui l’età del paziente, il tipo di protesi impiantata e lo stato di salute generale. Dopo che un chirurgo ortopedico ha eseguito l’intervento per impiantare una protesi d’anca, il percorso di riabilitazione e recupero inizia immediatamente, con l’obiettivo di ripristinare la mobilità e la funzionalità articolare.
Tempi di degenza
In genere, i tempi di degenza in ospedale dopo l’intervento sono relativamente brevi, variando tra 3 e 5 giorni, a seconda delle condizioni del paziente e di eventuali complicanze. In alcuni casi, per pazienti più giovani e in buona salute, è possibile una dimissione precoce, talvolta entro 2-3 giorni dall’intervento.
Mobilizzazione e deambulazione
Già dal primo giorno post-operatorio, i pazienti sono incoraggiati a deambulare con le stampelle sotto la guida di un fisioterapista. La deambulazione precoce è essenziale per stimolare la circolazione sanguigna, prevenire la formazione di coaguli e favorire un recupero più rapido. Le stampelle vengono utilizzate fino a quando il paziente non è in grado di sostenere il peso sull’anca operata senza dolore, il che generalmente avviene entro 4-6 settimane.
Tipi di protesi e influenze sul recupero
I tempi di recupero possono variare anche in base al tipo di protesi utilizzata e alla tecnica chirurgica adottata. Se l’ortopedico ha scelto di cementare la protesi all’osso, la stabilità immediata dell’impianto può permettere un recupero leggermente più rapido. In alternativa, nelle protesi non cementate, che richiedono un’integrazione biologica tra l’osso e l’impianto, il recupero può essere leggermente più lungo.
Attività quotidiane e ritorno alla normalità
Nel corso delle settimane successive, il paziente sarà progressivamente in grado di compiere movimenti più ampi e di riprendere molte delle sue attività quotidiane. Tra la 6a e l’8a settimana, in genere si è in grado di camminare senza l’ausilio di stampelle e di tornare a una vita più autonoma. Tuttavia, alcune precauzioni devono essere mantenute per garantire una guarigione ottimale.
Ad esempio, una domanda frequente è se sia possibile dormire sul fianco operato. Generalmente, dopo alcune settimane è possibile farlo, ma è importante utilizzare un cuscino tra le gambe per mantenere l’allineamento dell’anca e prevenire movimenti bruschi che potrebbero compromettere la guarigione.
Complicanze e tempi di recupero
Anche se la maggior parte degli interventi di protesi d’anca ha un esito positivo, è importante tenere in considerazione possibili complicanze, come infezioni o dislocazione della protesi, che possono prolungare i tempi di recupero. Il monitoraggio costante da parte del chirurgo ortopedico e del team medico, insieme a un’adeguata riabilitazione, è cruciale per prevenire tali problemi.
In generale, un pieno recupero funzionale, che consente di tornare a una vita normale senza limitazioni significative, può richiedere tra 3 e 6 mesi, a seconda delle condizioni individuali del paziente.
Il dott. Andrew Di Loreto riceve su appuntamento. Per fissare una prima visita gratuita chiama il numero +39.333.84.77.446