Rottura tendine d’Achille

Che cos’è la rottura del tendine d’Achille?

La rottura del tendine d’Achille è un infortunio che coinvolge la lesione del tendine di Achille, il quale collega il muscolo del polpaccio al calcagno. Questo tendine è cruciale per le attività che richiedono la flessione della caviglia, come camminare, correre e saltare. La rottura può verificarsi in seguito a un sovraccarico improvviso o un trauma diretto, e spesso si manifesta con un caratteristico schiocco al momento della lesione.

Quali sono i principali sintomi della rottura del tendine d’Achille?

I sintomi più comuni della rottura del tendine d’Achille includono un forte dolore nella zona posteriore della caviglia, gonfiore e difficoltà a camminare. Inoltre, il paziente potrebbe notare una riduzione della forza nella caviglia e una difficoltà a sollevarsi sulle punte dei piedi.
In alcuni casi, è possibile percepire un alterazione della forma del tallone a causa della lesione.

Quali sono le cause della rottura del tendine d’Achille?

Le cause della rottura del tendine d’Achille possono variare, ma includono fattori come il sovraccarico durante le attività sportive, in particolare in sport che richiedono salti o scatti. Altri fattori di rischio possono includere l’età, la presenza di tendinite pregressa, e l’assenza di un adeguato riscaldamento prima dell’attività fisica.
È fondamentale ridurre il rischio di tali infortuni seguendo un programma di allenamento corretto.

Quali sono i tempi di recupero dopo una rottura del tendine d’Achille?

I tempi di recupero dopo una rottura del tendine d’Achille possono variare a seconda del tipo di trattamento scelto.
Dopo una prima fase di immobilizzazione è necessario sottoporsi a un graduale programma fisioterapico riabilitativo per riacquistare la piena funzionalità del tendine. I tempi di recupero sono stimati in circa 3 mesi per un ritorno alle normali attività quotidiane e in 6-8 mesi per un ritorno alle attività sportive pre-infortunio.

Prevenzione

Ecco alcune cose che possono essere effettuate per contribuire a ridurre il rischio.

  • Indossare plantari per ridistribuire le forze che agiscono sul tendine di Achille;
  • Indossare scarpe sportive adeguate che abbiano un sistema di ammortizzazione nei tacchi;
  • Ridurre l’intensità, la durata o la frequenza dello sport che mette il tendine di Achille a rischio;
  • Evitare le attività che sicuramente mettono troppo carico sulla parte inferiore della gamba e del tendine d’Achille (saltare o correre in salita);
  • Passare da sport ad alto impatto agli sport a basso impatto (ad esempio: meglio il nuoto, le camminate a piedi o la bicicletta rispetto alla corsa);
  • Se sei un runner eseguire gli esercizi indicati da un fisioterapista per allungare i muscoli della gamba, rafforzare i glutei e migliorare la stabilità del tronco per correre con una tecnica migliore.

Terapia fisioterapica

Vi sono vari protocolli ma non c’è ancora un parere unanime su quale sia il migliore. Tradizionalmente, il trattamento consisteva in una totale immobilizzazione per circa 6-8 settimane con gesso, con la caviglia posizionata in equinismo al fine di comportare un accorciamento del tendine e per evitare danni ai punti di sutura. Seguiva, poi, un graduale ritorno alla posizione neutra nelle successive 3-4 settimane.

Ulteriori studi, tuttavia, hanno dimostrato che l’immobilizzazione prolungata ha, invece, effetti negativi. Häggmark e Eriksson hanno effettuato uno studio su atleti con esito di rottura di tendine d’Achille e, a seguito di un’immobilizzazione di 6 settimane, hanno evidenziato un’importante atrofia del soleo. Neumann et al. evidenziarono deficit neuromuscolari e di forza dopo un’immobilizzazione di 9 settimane, nonché un aumento di rischi come la trombosi venosa profonda (TVP), aderenze cicatriziali, lesioni da decubito dovute al gesso, deficit propriocettivi ecc.

Dopo questi studi, perciò, la riabilitazione, anche per il trattamento post-chirurgico, ha iniziato a muoversi verso un’immobilizzazione ridotta ed una mobilizzazione precoce, anche se molti erano i dubbi, le paure di aumentare l’incidenza delle complicanze, di esporre il paziente a recidive e di compromettere la guarigione dei tessuti.

Sicuramente un presupposto fondamentale per una mobilizzazione precoce è dato dalla ricostruzione chirurgica, che dovrà fornire al tendine una buona resistenza in tempi relativamente brevi, così che si possa lavorare su di esso precocemente, non solo con le mobilizzazioni, ma anche attraverso il carico.

Un carico precoce, infatti, favorirebbe un recupero più rapido delle proprietà funzionali del tendine, la stimolazione della produzione del collagene e quindi, in generale, un recupero qualitativamente migliore e più rapido.

Ritorno all’attività sportiva dopo la rottura del tendine di Achille

Il percorso di recupero da una rottura del tendine di Achille richiede tempo, pazienza e un approccio graduale per riprendere la pratica sportiva in sicurezza. Il tendine di Achille è fondamentale per il movimento, poiché collega i muscoli gastrocnemio e soleo alla parte posteriore del tallone, rendendo possibile azioni come stare in punta dei piedi o spingere con forza durante la corsa e i salti.

Tempi di recupero e trattamenti

In generale, il ritorno alle normali attività sportive avviene gradualmente tra i 2 e i 3 mesi dall’infortunio, anche se questo dipende dalla gravità della lesione e dal tipo di trattamento scelto. Esistono due opzioni principali: il trattamento conservativo e l’intervento chirurgico. Quali sono i trattamenti più indicati dipende dal livello di attività del paziente e dall’entità della lesione.

  • Trattamento conservativo: Questo metodo implica l’immobilizzazione iniziale del piede in una posizione che riduca la tensione sul tendine, spesso con l’uso di un tutore o un gesso. Successivamente, si passa a un programma di riabilitazione che include esercizi mirati per rafforzare i muscoli del polpaccio e migliorare la mobilità del tendine;

  • Intervento chirurgico: Nei casi più gravi, può essere consigliato un intervento chirurgico per riparare il tendine strappato. Anche in questo caso, dopo l’intervento è necessario seguire un programma di fisioterapia per recuperare la funzionalità.

Fasi di recupero

Durante il recupero, la riabilitazione si concentra sul ripristino della forza e della flessibilità dei muscoli gastrocnemio e soleo. Questi muscoli giocano un ruolo cruciale nelle attività sportive che richiedono esplosività e velocità. Il ritorno alla pratica sportiva non può essere affrettato, poiché il tendine deve essere sufficientemente guarito per evitare ulteriori lesioni.

Nelle prime fasi, vengono eseguiti esercizi a basso impatto per migliorare gradualmente la mobilità e la forza. Gli esercizi di resistenza progressiva, come il sollevamento del tallone, sono essenziali per stimolare il recupero del tendine e dei muscoli circostanti. Durante la fase finale della riabilitazione, si introducono movimenti più complessi, come il salto o lo sprint, per preparare il paziente al ritorno completo alle attività sportive.

Ritorno allo sport

Il ritorno alla pratica sportiva deve essere graduale e attentamente monitorato. Durante la pratica sportiva, il tendine di Achille è sottoposto a stress considerevoli, specialmente in sport che richiedono movimenti bruschi, cambi di direzione, e salti frequenti. È fondamentale che il paziente riesca a stare in punta dei piedi senza dolore e con piena forza prima di riprendere attività ad alto impatto.

Anche se può sembrare lungo, un recupero tra i 2 e i 3 mesi è essenziale per consentire al tendine di guarire completamente, riducendo il rischio di recidive. Una volta superate le fasi critiche, è possibile tornare alle normali attività sportive, sempre mantenendo un programma di esercizi di rinforzo e di stretching per prevenire nuove lesioni.

 

Il dott. Andrew Di Loreto riceve su appuntamento. Per fissare una prima visita gratuita chiama il numero +39.333.84.77.446